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Lettera di contestazione disciplinare da parte del datore di lavoro. Cosa fare?

DOMANDA: Ho ricevuto una lettera di contestazione dal mio datore di lavoro che mi chiede giustificazione per un litigio che ho avuto con un collega, svoltosi durante l’orario di lavoro. Ci sono state parolacce ed offese e ci siamo messi le mani addosso. Cosa devo fare adesso, e cosa rischio?

COSA DICE LA LEGGE: Entro 5 giorni dal ricevimento della lettera di contestazione lei deve fornire per iscritto le sue giustificazioni. Meglio se nei 5 giorni suddetti riuscisse a far pervenire al datore di lavoro le sue giustificazioni, anche se l’ultima giurisprudenza consente che la sola spedizione avvenga nel medesimo termine.

A seguito delle sue giustificazioni, il datore di lavoro deciderà se comminarle un provvedimento disciplinare, quale ad esempio, la multa, la sospensione non retribuita dal lavoro fino ad un massimo di tre giorni, e anche il licenziamento, qualora il fatto sia stato grave e/o vi siano comportamenti recidivi.

Non vanno, in ogni caso, trascurate le ripercussioni di un provvedimento disciplinare, in quanto l’accumulo di sanzioni, che peraltro seguono il principio della progressività, può condurre al licenziamento disciplinare.

Contro la decisione del datore di lavoro, se da lei non condivisa, potrà proporre impugnazione innanzi ad un Collegio Arbitrale – solitamente presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente – nel temine di 20 giorni dal ricevimento della comunicazione con cui la informano della sanzione.

Durante il procedimento così radicato, la sanzione è sospesa e non può essere irrogata.

E’ possibile, alternativamente, ricorrere direttamente al Giudice del Lavoro. In quest’ultimo caso il termine di impugnazione è di 10 anni.

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