Rimozione del proprio nome dai motori di ricerca
DOMANDA: Alcuni anni fa sono stato coinvolto in una vicenda di presunta estorsione. Al termine del processo sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Tuttavia, ancora oggi, se si digita il mio nome su google, il primo risultato è un articolo che parla di me come presunto responsabile del reato. La cosa mi arreca un grave danno. Ho diritto a far cancellare questi articoli?
COSA DICE LA LEGGE: Lei ha diritto a chiedere che questi articoli vengano deindicizzati dai motori di ricerca. Ovvero che gli articoli potenzialmente lesivi della sua immagine non compaiono tra i risultati di eventuali ricerche effettuate dagli internauti digitando il suo nome.
Questo, però, a condizione che sia stata superata l’attualità e la contingenza della notizia che la riguarda. Infatti, nel contemperamento tra il suo diritto alla privacy e l’interesse alla diffusione di una determinata news da parte, ad esempio, di una testata giornalistica, è necessario che quest’ultimo non sia preminente, o comunque rilevante. Parrebbe, tuttavia, che nel suo caso possa considerarsi sicuramente tutelabile il suo interesse alla limitazione della diffusione di una notizia che non è evidentemente più attuale, non foss’altro per il fatto che è stata comunque superata da un’altra all’evidenza più recente, e peraltro di segno diametralmente opposto. Quella, cioè, della sua assoluzione.
Certamente più difficile è, invece, ottenere la totale rimozione dell’articolo dal sito web dove è pubblicato, poiché tra gli interessi che l’ordinamento intende tutelare vi è anche quello alla conservazione degli archivi storici. Conseguentemente, non essendo la notizia di cui lei parla attinente esclusivamente alla sfera privata, ma investendo in ogni caso un interesse anche pubblico, non sembra utilmente percorribile la strada della cancellazione tout court delle pagine internet in discussione.
L’intera questione è stata recentemente presa in considerazione dall’ordinanza 19 maggio 2020, n. 9147, della Sezione I Civile della Corte di Cassazione, che ha approfonditamente esaminato il cosiddetto diritto all’oblio e la sua evoluzione storica e giurisprudenziale.
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